sabato 20 ottobre 2012

Tutti i santi giorni. Recensione.

Luca Marinelli e Victoria "Thony" Caiozzo. Guido e Antonia. Lui, Guidopedia, coltissimo, portiere notturno in un albergo per aver più tempo per leggere e studiare. Lei impiegata in un autonoleggio alla Tiburtina. Uno che ha rinunciato alla carriera accademica negli USA per propria scelta, l'altra abbandonata dal successo nel mondo della musica.
Acilia, quartiere-non quartiere di Roma a far da sfondo, e viaggi verso una Roma diversamente popolare e popolosa per lavoro. 

Sono gli ingredienti del nuovo film di Paolo Virzì, che dopo il successo di "Tutta la vita davanti" e "La prima cosa bella" sceglie attori giovani (Luca Marinelli lo abbiamo già visto ne "La solitudine dei numeri primi", Thony è stata addirittura scoperta su MySpace per questo film) e una storia della porta accanto per una commedia agrodolce, che ha come perno la ricerca di un figlio da parte dei due protagonisti e disegna personaggi che tutti noi possiamo avere l'occasione (positiva o negativa) di incontrare tutti i santi giorni.

Virzì si conferma (ma c'è ancora bisogno di sottolinearlo?) come uno dei registi italiani più attenti a cogliere lo spirito del tempo soffermandosi gli aspetti più delicati e impensabili.

Una coppia che, nell'attimo in cui riesce ad incontrarsi (la colazione, quando lui rientra e lei si sveglia) riesce a rafforzare un rapporto tra due trentenni atipici e agli antipodi.

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