La storia, ambientata a Roma, è quella di un’innamorata e vivace coppia di trentenni che vive insieme da un po’ di tempo e vorrebbe avere un figlio. Guido e Antonia (questi i nomi dei due protagonisti) sono molto diversi: lui timido, riservato e coltissimo, lei irrequieta e permalosa con la passione per la musica e il canto. Lui è esperto di letteratura protocristiana, tanto da essere soprannominato “Guidipedia” e, soprattutto, corteggiato da prestigiose università americane ma lavora di notte come portiere d’albergo; lei è una cantautrice dalle notevoli qualità che per guadagnare lavora in un autonoleggio della stazione Tiburtina. Differenze nonostante cui si amano ogni giorno e non riescono a fare a meno l’uno dell’altra. Un amore che sembra indistruttibile, almeno finché l’opprimente desiderio di maternità di Antonia crea delle conseguenze imprevedibili.
A dar volto ai protagonisti sono Luca
Marinelli (già apprezzato ne “La solitudine dei numeri primi”) e Thony,
nome d’arte di Federica Victoria Caiozzo, cantautrice di origini
siculo-polacche al suo debutto cinematografico, che ha firmato anche la
colonna sonora del film.
“Tutti
i santi giorni” è in qualche modo la storia di tante coppie del nostro
paese, composte da giovani entusiasti, volenterosi ed appassionati ma
anche talenti sprecati e frustrati che vogliono trovare nella
realizzazione personale le soddisfazioni che non hanno dalla vita
professionale o che magari le cerca entrambi ad ogni costo. Come dice la
stessa Antonia, dichiarando di desiderare fortemente un bambino,
“voglio dimostrare di essere buona a far qualcosa”. E’ proprio questo
l’aspetto su cui poter essere meno d’accordo del film, ossia sulla
maternità ad ogni costo e vista quasi non come comprensibile desiderio
umano ma come forma di compensazione.
Per il resto Virzì riesce a narrare con meno ironia del solito ma con la consueta leggerezza. Lascia perplessi poi la svolta del finale (che non possiamo ovviamente rivelare) che dà una brusca e poco credibile virata all’opera. Promosso con la sufficienza.
Per il resto Virzì riesce a narrare con meno ironia del solito ma con la consueta leggerezza. Lascia perplessi poi la svolta del finale (che non possiamo ovviamente rivelare) che dà una brusca e poco credibile virata all’opera. Promosso con la sufficienza.
“Tutti i santi giorni” è nelle sale dall’11 ottobre, distribuito da 01 in 300 copie.
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