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Guido è una persona gentile. Dotto e appassionato di lingue antiche e
agiografia protocristiana, è portiere d'albergo e compagno innamorato di
Antonia, che sveglia ogni santo giorno col caffè, due cucchiai d'amore e
l'illustrazione di santi, eroi e martiri. Impiegata in un autonoleggio
col talento per la musica, Antonia ricambia Guido col medesimo
trasporto. Precari nella vita ma saldi nei sentimenti, Antonia e Guido
spendono i loro giorni a troppe fermate d'autobus da Roma, condividendo
affanni e giardino con un vicinato greve che prova a sopravvivere tra
una partita della 'maggica' e un figlio sempre in arrivo. A non arrivare
mai è invece il loro bambino, desiderato e cercato con ostinazione e
pianificazione tra luminari in odore di santità e ginecologhe
progressiste. Assistiti, nella fecondazione artificiale e nel quotidiano
tangibile, dal loro inalienabile amore, Antonia e Guido si perderanno
per ripartire un'altra volta, (ri)chiamando l'attacco della loro
canzone.
Si respira un'aria nuova nella commedia sentimentale di Paolo Virzì, che
preferisce un percorso intimo, producendo la massima espressione di
umanità incalzata da una realtà impoverita. Con toni morbidi ed eleganti
che rivelano un chiaro intento introspettivo, Tutti i santi giorni
è abitato da due ritratti complessi che si muovono tra espressioni
d'amore e giornate niente affatto particolari. Perché Antonia e Guido
vivono la dimensione liquida dell'impiego e agiscono nell'infinita e
impersonale periferia romana, quella delle tangenziali, dei raccordi,
dei centri commerciali, delle scale mobili, delle facciate a vetro,
delle hall d'albergo, degli ospedali, delle stazioni. Diversamente da Tutta la vita davanti, di cui mantiene l'astrazione degli spazi, Tutti i santi giorni
focalizza due protagonisti a partire dalla locandina con cui il film si
presenta al pubblico. La affine disposizione prossemica dei personaggi
dei film rivela una continuità e una congruenza nella produzione
dell'autore livornese, sensibile alla rappresentazione dei precari in
marcia verso un 'sol dell'avvenire' che tarda a venire. Comparando i due
manifesti si osserverà alle spalle dei protagonisti l'assenza di quel quarto stato inscenato due commedie fa. Tutti i santi giorni, altrimenti da Tutta la vita davanti,
si incunea in quel ceto medio che è ormai classe unica e focalizza un
uomo e una donna indagati dal di dentro e dentro il rapporto costitutivo
col mondo. Antonia e Guido praticano l'esercizio dell'impegno come
replica alla dissimulazione e agli incubi nascosti nei meandri
dell'identità e della società. Sono persone vere che dall'interno di
questo immenso ceto medio mondiale muovono una lotta propositiva, magari
apprensiva, magari impacciata, contro le trappole e le insidie del
quotidiano, contro l'inarrestabile (s)volgersi dei giorni e del tempo,
che il regista sospende sulle note di Thony. Vere e proprie romanze
che lasciano emergere i tempi dell'innamoramento. Tutto si muove
intimamente nella commedia romantica di Virzì, fino a toccare le corde
più sensibili di un'umanità essenziale: amore, ragione, sentimento,
libertà, destino, desiderio (di essere madre, di essere padre), dolore
(di non esserlo). Ogni scelta di regia sembra essere dentro le
possibilità delle vite dei protagonisti, interrogandosi su come si parla
oggi d'amore e come si parla oggi l'amore. Quali i tempi e i ritmi di
queste parole, interpretate con sorprendente e ironico sentimento da
Thony e Luca Marinelli, 'numero primo' portatore di uno sguardo vibrante
e ipersensibile. Attingendo alla migliore tradizione della commedia
all'italiana, senza sfuggire il mélo nell'eccesso narrativo,
nell'accentuazione dei caratteri e nella predilezione del tessuto
urbano, Virzì infila una storia che sa ascoltare e sa aspettare, una
storia sul superamento del dolore mentre si è nella 'tragedia'
attraverso le relazioni umane, una storia sulla possibilità dei legami
nella possibilità del deserto del reale. Scritta a sei mani con
Francesco Bruni e Simone Lenzi, autore del romanzo a cui il film è
liberamente ispirato, Tutti i santi giorni è una commedia umana per chi non ha fretta e paura intellettuale del pathos.
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