domenica 28 settembre 2014

Cantiamo tutti in coro

Verona. Corso Anastasia. 

"Radioamatore, dimmi che è vero quello che vedo. Dimmi che quel negozio esiste"




Esisteva, esisteva, come esisteva il temporary shop a gennaio alla Stazione Termini



Quindi, cosa bolle in pentola in casa Radioamatore ed Economa? E chi è il cuoco?


Un uomo e il suo guardaroba

Il Radioamatore è una persona elegante. Nel senso che quando usciamo insieme, lui sembra il Duca di Windsor ed io.... io.... io.... Non sembro Wallis Simpson.

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Ora, ogni tanto il Radioamatore sente la necessità di un capo di vestiario di non facile reperibilità, tipo camicie di colori particolari. E dove la trovo una camicia di colore particolare? 

On line, ovvio; e su quale sito? 

Lo scopriremo presto....

sabato 27 settembre 2014

... che bontà!

Fondata nel 1925 a Bolzano come pasticceria.

Distribuita in tutto il mondo.

Tre stabilimenti di produzione, due in Italia e uno in Austria

Un altro aiutino?


domenica 14 settembre 2014

#zzub e #noncelapossofare: Marina e il computer

Marina nasce in provincia di Udine, nel 1953; si laurea in filosofia. Fin qui tutto normale.
Poi fa un corso di Cobol e Fortran a Firenze, nel 1976. Una donna che studia informatica negli anni settanta non è comunissima.
A fine corso, fa quello che oggi si chiamerebbe "stage" presso l'IBM e viene assunta, assieme a Pierino Bianco, come programmatrice. Una storia normale, se non si sapesse un particolare. Marina è nata cieca.

#noncelapossofare

Marina Vriz dal 1979 si occupa di corsi di informatica per persone con disabilità visive.

giovedì 11 settembre 2014

Zzub e #noncelapossofare: L'Economo video per la campagna

Come già per le altre campagne, l'Economa ha caricato un video per #noncelapossofare.

Che ne dite?


Zzub e #noncelapossofare: Una nuova campagna! Invita i tuoi amici su Zzub

Una nuova sorpresa da Zzub ed un'occasione per tutti! Siete fantasiosi? Amate provare nuovi prodotti e condividere opinioni? Siete pratici di community? Bene.

Zzub cerca nuovi zzubbers e saranno proprio i veterani come la sottoscritta a farsi promotori della campagna. 

La campagna si chiama "Invita i tuoi amici". Questo è il mio referral per iscriversi alla community.

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Se riuscirò a fare iscrivere dieci persone, parteciperò all'estrazione di un buono Amazon da 50 euro!

Che dite, sarà possibile o #noncelapossofare? Forza!  



martedì 9 settembre 2014

#zzub e #noncelapossofare: Tenzing, Edmund e il bastardo

Ci era arrivato vicino, Tenzing. 

Una spedizione svizzera nel 1952 si era fermata a quota 8600, e 248 metri possono sembrare pochi, se non si tratta del Bastardo.

Poi, se sei nato ad Aukland, in Nuova Zelanda, come fai a decidere di fare l'alpinista? A sedici anni, durante una gita in cui i tuoi compagni crollano dalla fatica e tu, Edmund, vai avanti. Vai avanti verso il Bastardo. 

Mallory ed Irvine ci avevano provato nel 1924, e non erano tornati. La fotocamera di Irvine potrebbe dire fino a che punto fossero arrivati, ma non è stata rinvenuta. Il corpo di Mallory fu ritrovato nel 1999, senza la foto della moglie addosso: aveva detto che l'avrebbe lasciata sulla cima del Bastardo, se l'avesse raggunta.

#noncelapossofare

Nel 1953 Edmund e Tenzing fanno parte di una spedizione britannica, il Bastardo è ancora lì, imbattuto. Non sono la prima scelta dell'organizzatore Hunt, erano altri i destinati alla gloria, Bourdillon ed Evans, ma il 26 maggio debbono arrendersi a quota 8750. E'il 27 che i due attaccano, arrivano in cima alle 11.30 del 29. Forse è stato Edmund ad arrivare per primo, stava battendo la pista; non è però mai stato chiarito. Edmund pianta un crocifisso nella neve, Tenzing mangia cioccolato e biscotti e ne seppellisce un po'. 

Poi scendono: Edmund vede un amico, George Lowe, ed esclama "Bhé, George, abbiamo battuto il Bastardo"

Il monte Everest, il Bastardo da 8848 metri, conquistato da Edmund Hillary e Tenzing Norgay.




Zzub e #noncelapossofare: Ian. Spasticus Autisticus

Noi siamo fortunati, perché ne abbiamo sentito solo parlare, ma le epidemie di polio sono state un incubo per due intere generazioni. Abbiamo parlato di Wilma, ed è ora di parlare di Ian, anche lui segnato da una nuotata in piscina a sette anni, nel 1949.

Ian Dury viveva con una madre ed una zia medico, quando fu colpito dalla polio, e passò un anno e mezzo negli ospedali. A differenza di Wilma, fu introdotto nel mondo delle cosiddette "scuole speciali", dove i bambini con i postumi di polio (Ian zoppicherà tutta la vita) venivano indirizzati verso lavori manuali.

#noncelapossofare

La madre, di ottima famiglia, decise che per Ian non era quella la strada e lo segnò ad una scuola "normale". Ohmamma, non è che la strada fosse nemmeno quella, perché Ian la scuola normale la detestava cordialmente, tanto da lasciarla a sedici anni per frequentare un istituto artistico dove le cose andarono decisamente meglio, tanto che il suo primo impego fu come illustratore. Arrivò alla musica abbastanza tardi, alla soglia dei trenta anni, ma fu un successo continuo dal 1971 al 1981. 

Il 1981 era uno degli Anni europei delle persone con disabilità e Ian non amava affatto la cosa. Troppo paternalista, per la persona che aveva scritto Sex & Drugs & Rock & Roll

Spasticus Autisticus è un grido rivoluzionario, ispirato dalla rivolta di Spartaco "Hello to you out there in normal land. You may not comprehend my tale or understand.". E'la rivolta delle persone con disabilità contro l'iperprotezione del mondo "normale". Fu uno scandalo, la casa discografica non promosse il singolo e le radio non lo ammisero nella rotazione.

Ian Dury è morto nel 2000. 

Nel 2012 Spasticus Autisticus è stata eseguita nella cerimonia di apertura delle Paralimpiadi.



Zzub e #noncelapossofare: Sammy e il branco di ratti

Lussuoso campo da golf negli Stati Uniti. Jack Benny chiede al suo avversario "Qual è il tuo handicap?". E l'altro risponde "Il mio handicap? Sono un nero ebreo con un occhio solo, questo è il mio handicap"("Handicap? Talk about handicap—I'm a one-eyed Negro Jew.") 

Il brutto è che è sempre stato lo Junior; esisteva anche il Senior, ed i due hanno passato insieme diciotto anni molto intensi.

Sammy Davis, Jr. era infatti figlio d'arte: i genitori erano entrambi nel vaudeville. La madre era di origini cubane ed afro americane; quando si separerà dal marito, il piccolo Sammy di tre anni viene affidato al padre. Per non perdere i diritti sul figlio, Sammy Sr. lo porta in tournee. Prima Sammy assiste agli spettacoli, poi inizia a parteciparvi; assieme al capocomico Will Mastin e a suo padre forma un trio di grandissimo successo. Il fatto che dovessero fingere che fosse un nano per evitare le multe per il lavoro minorile fece girare per molto tempo il bambino con un sigaro in bocca ed una ballerina al braccio, ma son dettagli.

Passa quindici anni spensierati, poi viene richiamato sotto le armi: non è la guerra a spaventarlo, ma il dover aprire gli occhi sul razzismo. Il vaudeville era un mondo a parte dove la segregazione razziale entrava solo in parte; Sammy disse che era stato come entrare da una porta girevole nel mondo reale. Quel mondo lo limitava e Sammy capì che poteva vincerlo solamente facendo forza su una cosa: il suo talento.

Finita la guerra, torna a lavorare con il padre, ma inizia a cercare spazi da solo: nel 1951 si esibisce ad uno dei party post Oscar e diventa, all'improvviso, richiestissimo.

Le cose vanno per la maggiore quando, nel 1954, ha un incidente stradale: le macchine di allora non erano concepite per la sicurezza ed una delle leve del cruscotto gli farà perdere un occhio. 

#noncelapossofare

Sammy invece decide di continuare, forte del suo talento, con una benda sull'occhio, fin quando Bogart gli consiglia di cambiare tattica per non essere etichettato. Sammy indosserà una protesi oculare. Durante la permanenza in ospedale si era convertito all'ebraismo.

Nero, ebreo, con un occhio solo, Sammy Davis jr. sarà una stella del firmamento dello spettacolo fino alla fine dei suoi giorni. Faceva parte del Rat Pack guidato da Sinatra e che riuniva i maggiori entertainers di Las Vegas ed è stata una delle maggiori figure del mondo dello spettacolo nella lotta alla segregazione razziale.


lunedì 8 settembre 2014

#zzub e #noncelapossofare. Roberta e Mia

Mia ti prende alla gola. Inizia a stringere piano piano. Poi è la voce a non uscire più.

A Roberta è successo a quattordici anni. Camminava sulle Dolomiti e le gambe non hanno retto. Passa un mese, ed inizia a vedere doppio.

Lo stress, dicono. L'adolescenza, dicono.

Intanto la gola si fa sempre più stretta, e Roberta non deglutisce più. Arriva a pesare quaranta chili.

L'esaurimento nervoso, dicono. Una delusione d'amore, dicono.

Quando si bloccano i polmoni, bhé, non dicono più niente. Perché capiscono che è roba seria, e danno alla roba seria un nome.

Miastenia gravis. Per gli amici, Mia. Negli anni settanta è quasi una condanna a morte, la malattia è poco conosciuta e Roberta vive attaccata ad un respiratore. Sette anni.

#noncelapossofare

Poi un medico legge una rivista scientifica americana e propone una terapia con il cortisone. Roberta migliora, il respiratore inizia a non servire più. Diploma, patente, laurea in medicina. Eh già, perché Roberta ha deciso di diventare medico. Anzi, neurologo. A Pisa, dove da tutta Italia arrivano decine di persone in compagnia di Mia.

Roberta Ricciardi, sposata, un figlio, è la responsabile dell'Ambulatorio per la Diagnosi e la Terapia della Miastenia Grave presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - Ospedale Cisanello. Presto andrà in pensione ed il futuro dell'ambulatorio è incerto.



domenica 7 settembre 2014

Zzub e #noncelapossofare. Mai dire Steven

Lettrici e lettori, attenzione.

Per la prima volta questo blog ospiterà una pillola biografica di un uomo. 

E non è il Radioamatore.

Vedete questo bel tomo qui?




Apolo Anon Ohno, uno dei principali atleti nello short track dei primi anni duemila (e con il vizietto delle gomitate e delle partenze false). 

Non parliamo di lui, ma parliamo di short track, ed esattamente della finale dei 1000 metri delle olimpiadi di Salt Lake City, nel 2002. Ohno è il superfavorito e vince i suoi quarti di finale in scioltezza, seguito da Marc Gagnon, un altro dei papabili per l'oro. Gagnon viene però squalificato e passa il terzo, un atleta australiano, che nei 1500 metri era uscito al secondo turno: Steven Bradbury.

A scanso di equivoci, diciamolo subito: Bradbury era un buon atleta, con alle spalle un bronzo olimpico nel 1994 e tre medaglie ai mondiali nei 5000 metri. Ebbe però, nel 1994 e nel 2000, due incidenti gravissimi (nel primo ebbe l'arteria femorale recisa da un pattino, rischiò di morire dissanguato). La sua carriera aveva subìto un colpo d'arresto.

#noncelapossofare.

A Salt Lake City era pronto a fare una gara al massimo delle sue possibilità, ma non a grosse sorprese. Quindi la semifinale ottenuta per la squalifica di Gagnon era già un bel risultato. 

Ma.

In semifinale un groviglio incredibile fa cadere gli avversari e Bradbury passa alla finale A, quella delle medaglie. 

E qui entrano in gioco Ohno (vi ricordo, il superfavorito) ed il suo vizietto. Bradbury è ultimo quando cadono gli altri quattro atleti (Ohno si porta dietro un canadese ed uno dei tanti coreani che adora abbattere); pista libera ed oro olimpico. 





Oltre che per un'esilarante cronaca della Gialappa's e per il fatto di essere il primo atleta dell'emisfero australe a vincere un oro olimpico, Bradbury va ricordato per la sua frase contro il #noncelapossofare.

"Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L'ho vinta dopo un decennio di calvario"

ZZUB e #noncelapossofare. Deborah e la neve

Io l'urlo me lo ricordo. Sentito in diretta. Sovrastava le voci dei telecronisti. 

19 febbraio 1992, Olimpiadi di Albertville. Aveva vinto il superG il giorno prima, con una gara ineccepibile ed un distacco incredibile su Carole Merle, la favorita di casa. 

Prima manche del Gigante, 17 secondi. E l'urlo. Partiti i legamenti. Un altro incidente, come quello che quattro anni prima le aveva quasi stroncato la carriera, seguito da un blocco intestinale che l'aveva quasi stroncata, punto e basta.

#noncelapossofare

Ha urlato, Deborah Compagnoni. Ha urlato e si è rialzata. L'anno dopo era di nuovo in pista, quella da sci, ovviamente. Quinta nel superG ai mondiali di Morioka.

Poi non l'hanno più fermata.

Dal 1994 al 1998 ha vinto tutte le medaglie d'oro, olimpiche e mondiali, nello slalom gigante. Record su record. Si ritira, da campionessa, nel 1999, a soli ventinove anni. Appare ancora come testimonial ed ha tre figli. 





ZZUB e #noncelapossofare. La campagna

Settembre, si ricomincia: siamo pronti oppure non ce la possiamo fare proprio?  Il rientro a lavoro, la sveglia che suona, la casa, l’asilo, la scuola, la spesa, la banca, la posta, la pasta … la risposta è #noncelapossofare!
 
ZZUB non può lasciarci soli in un momento traumatico e delicato come questo e ha deciso di accorrere in nostro aiuto. Prendiamo insieme con ironia il rientro al tran tran quotidiano da cui eravamo -solo temporaneamente – evasi e diamo libero sfogo a tutto quello che al solo pensiero proprio #noncelapossofare!

Racconteremo ovunque sui social network con parole, immagini e suoni tutto quello che non ce la possiamo fare a ricominciare : su Facebook, su Twitter, Instagram, Pinterest, blog. etc... sempre utilizzando le parole d’ordine #noncelapossofare #zzub.

Ci divertiremo insieme e ci sentiremo meno soli al pensiero che come noi tanti altri stanno soffrendo il rientro dalla pausa estiva…

Inviando tramite i report i link dei post con #noncelapossofare #zzub.

A  fine campagna il team ZZUB premierà i 10 zzubber che avranno ricevuto il punteggio più alto con un buono amazon da 100 euro.

sabato 6 settembre 2014

ZZUB e #noncelapossofare. I libri di testo

Circa un mese e mezzo fa avevo segnalato sul blog serio una serie di iniziative interessanti del tipo "Spendi e riprendi". 

Meritoria era quella della Ferrero in cui si vincevano dei buoni libro spendibili per testi scolastici: con una pre adolescente ed una teen ager tra i parenti, mi ci sono fiondata a pesce.

A parte il povero Radioamatore che doveva bere ettolitri di Estathé (e per fortuna che gli piace), la faccenda stava andando liscia fino alla pubblicazione delle liste dei libri. 

Pubblicati i libri, divisi i buoni per gli account, mi metto al lavoro e... La carta prepagata, di cui avevo chiesto il rinnovo, era scaduta e la nuova non era arrivata. Cioé, il nuovo pin era arrivato da un mesetto, ma la carta "fisica" veleggiava nell'Iperuranio.

Panico.

 #noncelapossofare. 

Io senza carta prepagata non respiro, utilizzo talmente tanto gli acquisti on line che ormai è diventata un'appendice della mia mano destra. 

Avevo anche finito i buoni Amazon! Una tragedia di dimensioni bibliche. 

Corsa verso l'istituto bancario più vicino, acquisto di una nuova prepagata, cambio credenziali di pagamento e vai!

Millimetrico piano acquisti (io prendo questi, il Radiomatore Italiano, tu Tecnica, Inglese lo molliamo al cugino) e missione compiuta in 30 minuti, evitando code e "Mi dispiace, non è disponibile, passi tra due giorni/una settimana/in un'altra era geologica". Libri scolastici a domcilio.

Tutta tranzolla mi burlo con i parenti per il risultato acquisito quando nella posta noto una strana lettera rigonfia.

Dopo due mesi dalla richiesta, la nuovissima carta prepagata, quella che aspettavo per ordinare, aveva deciso di manifestarsi in tutto il suo splendore.

Quindi era proprio vero.

#noncelapossofare.  


venerdì 5 settembre 2014

ZZUB e #noncelapossofare. Wilma a Roma

43 gradi. Hai venti anni ed una figlia di due.

11 secondi. Un passo dopo l'altro, con quel piede sinistro che fino ad otto anni prima era chiuso in un tutore.

23 secondi e due decimi (batteria). I ventuno tra fratelli e sorelle.

24 secondi (finale). L'ospedale per neri ad ottanta chilometri da casa ed i tuo genitori che due volte a settimana affrontavano il viaggio. 

44 secondi e cinque decimi. Pesavi due chili quando sei nata.

Tanti hanno ceduto al #noncelapossofare. Tu no. 

Wilma Glodean Rudolph, nata il 23 giugno del 1940 da una povera famiglia nera del Tennessee era la ventesima di ventidue fratelli. Fu notata a dodici anni da un allenatore di atletica mentre seguiva le orme della sorella maggiore su un campo di basket. Aveva appena rimosso il tutore che sosteneva la gamba sinistra, paralizzata dalla polio.

Si ritirerà dall'atletica a soli ventidue anni; morirà a cinquantaquattro, per un cancro al cervello.

E'stata la prima atleta statunitense a vincere tre medaglie d'oro nell'atletica in una sola edizione dei giochi olimpici, quelli di Roma nel 1960. Negli USA, ricordano ancora il soprannome datole durante i giochi dai giornalisti italiani: la Gazzella nera. 






giovedì 4 settembre 2014

#noncelapossofare. O forse sì?

Settembre, andiamo, è tempo di migrare.

No, niente transumanza.

Wake Me Up When September Ends.

No, troppe cose da fare.

Seduto in un caffè
Io non pensavo a te.

Mancano ancora troppi giorni al 29 settembre e figurati se posso scordarmi di qualche persona.

Sgoccioli di vacanze, e impegni continui, anche durante le ferie. Burocrazia, concorsi, libri, studio, vita da vivere. E sempre quella strana, continua sensazione: #noncelapossofare.
Invece sì, ce la possiamo fare.

Nuova campagna ZZUB dedicata al rientro: #noncelapossofare, per tutti quelli che lottano per farcela, nelle piccole e grandi cose. Seguirete l'Economa nelle sue mirabili avventure e tanti personaggi storici che hanno deciso che "Ce la potevano farcela".