giovedì 11 ottobre 2012

Tutti i santi giorni, le recensioni. Paolo D'Agostini per Repubblica Trovacinema

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La commedia di Virzì guarda a Hollywood


Una strana coppia di trentenni prova ad avere un figlio in “Tutti i santi giorni”, il nuovo film del regista livornese. Irresistibili i due protagonisti, Thony e Luca Marinelli

Luca Marinelli e Thony nel film "Tutti i santi giorni"
Luca Marinelli e Thony nel film "Tutti i santi giorni"



Paolo Virzì ha cambiato rotta, almeno per questo film intitolato “Tutti i santi giorni”. Che, sia pur ricordando il valore sempre relativo delle classificazioni cui le singole personalità apportano mille variazioni, è una commedia romantica, una commedia sentimentale. Più prossima al modello americano che a quello, cui Virzì si è tanto ispirato da diventarne il principale erede nel cinema italiano di oggi, satirico e di forte impronta sociale e spesso anche di vigorosa vocazione ideologica, proprio della nostra tradizione. Naturalmente il regista livornese non ha del tutto chiuso i canali di collegamento alle sue radici. La storia raccontata ha pur sempre, almeno di sfondo, delle motivazioni anche sociali: la condizione e le difficoltà di una giovane coppia nella grande città. L’accento e la parlata ricercatamente libresca, aulica ed erudita del protagonista latinista per diletto richiamano precedenti e riferimenti familiari alla sensibilità dell’autore, e hanno a che fare anche con un’inclinazione e un vezzo personali dello stesso Virzì. Qua e là poi: la parodia di certi ambienti borghesi con le loro fisime e mode (un centro molto new age dove, immergendosi nella cialtroneria di ridicoli rituali, chi non riesce ad avere figli va alla ricerca dell’armonia perduta) oppure la presa in giro dei vicini rozzi e burini del nuovo condominio di estrema periferia romana dove i protagonisti Antonia e Guido abitano. Soprattutto quest’ultima è parente e discendente di una certa modalità tra paternalista e razzista che ha alimentato tanta nostra commedia: da quella alta, per esempio sordiana, a quella bassa e bassissima dei film natalizi. Senza offesa per Virzì, tanto permaloso quanto invece i grandi padri della commedia italiana — trattati ben peggio ai loro tempi e prima della consacrazione dei loro capolavori, quanto invece Virzì è stato da subito criticamente rispettato — se ne fregavano o sapevano dissimulare il loro disappunto.
Guido e Antonia non potrebbero essere più distanti e diversi. I due caratteri sono ben definiti (consueto tocco del duo Virzì-Bruni cui si aggiunge Simone Lenzi autore del romanzo “La generazione” che è fonte di libera ispirazione). Guido, di famiglia deliziosamente liberale, raffinata e colta con raffinato e sobrio casale in Val d’Orcia, ha scelto di fare il portiere notturno di hotel, di avere tempo, e di coltivare le sue passioni intellettuali (i martiri protocristiani; ogni mattina serve la colazione all’amata raccontandole il santo del giorno) senza finalizzazioni di carriera pur avendo le carte per mirare in alto, poi è timidissimo, soavemente pedante e parla come un libro stampato. Antonia, al contrario irruenta, parolacciara e in rotta con la famiglia siciliana, è cantautrice e prima dell’incontro con Guido (prologo che il film ci mostrerà invece alla fine) ha condotto vita dissipata, ora sia pur detestandolo ha un lavoro presso una compagnia di noleggio auto. La scintilla d’amore ha fatto il miracolo ma quando i due, poco più che trentenni, decidono di avere un figlio si accorgono di non riuscirci.
Traversie, entusiasmi, risvolti buffi, abbattimenti, eroismi autolesionisti del mite Guido in difesa della sua donna, rottura apparentemente insanabile, epilogo come deve essere ma non senza retrogusto amaro.
Per “Tutti i santi giorni” il regista ha voluto due interpreti poco o nulla conosciuti. Luca Marinelli ha formazione e importanti esperienze teatrali, due precedenti al cinema (“La solitudine dei numeri primi” e il debutto di Gipi “L’ultimo terrestre”) ed è nel cast del nuovo Sorrentino in arrivo. Federica Victoria Caiozzo in arte Thony scrive e interpreta davvero canzoni in lingua inglese e il suo personaggio rispecchia parecchio di lei, ma è del tutto nuova alla recitazione. Eppure sembra che ci sia nata su un set.

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