lunedì 19 maggio 2014

Zzub e #MySelfieStory: Compiuta donzella e il selfie nei sonetti

« A la stagion che ‘l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tut[t]i fin’ amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s’innamora,
e di servir ciascun trag[g]es’ inanti,
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n’abondan mar[r]imenti e pianti.

Ca lo mio padre m’ha messa ‘n er[r]ore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disìo né voglia,
e ‘n gran tormento vivo a tutte l’ore;
però non mi ralegra fior né foglia. 
»


Di lei non si sa nulla. Vive nei tre sonetti che le sono stati attribuiti, sonetti che descrivono un mondo che oramai siamo abituate a sentire come lontano nel tempo, o a noi contemporaneo e di "mondi lontanissimi". 

"Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio piú, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata

ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite, c’agio gran sapienza,
ma certo non ne sono amantata.

Amantata non son como voria
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, agio buono volere

di servire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire
"


Codice Vaticano 3793. Una lettera di Guittone D'Arezzo, da cui sappiamo il suo destino di donna sposata, controvoglia. Altri richiami, altri ammiratori della sua poesia provenzalizzante. 

Il nome, forse pseudonimo, forse nome proprio, quel Compiuta, diffuso nella Firenze tra il milleduecento ed il milletrecento. 

Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio più, poi v'è in plagenza
d'avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s'eo sono insegnata,
come voi dite c'a[g]io gran sapienza;
ma certo non ne son [tanto] amantata.
Amantata non son como vor[r]ia
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch'i' sia, ag[g]io buono volere
di senire con buona cortesia
a ciascun ch'ama sanza fallimento:
ché d'Amor sono e vogliolo ubidire.


Nei libri di letteratura, solo qualche accenno al fatto che Compiuta, colta in un mondo illetterato, è stata la prima poetessa a scrivere in volgare, il primo selfie in italiano. Un'anima che in poche righe esprime la sua sofferenza.

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