domenica 26 febbraio 2012

Se Francesca fosse nata negli USA a metà dell'Ottocento....

Una rete che collega il mondo. Notizie che passano da una parte all'altra del globo con velocità impressionate. Tecnici con i controfiocchi che tengono in piedi la rete e i terminali. Migliaia di persone che si trasmettono comunicazioni con un linguaggio astruso e noto solo a chi lo conosce per lavoro.

No, non stiamo parlando di internet. Nemmeno di arpanet. Stiamo parlando di una rivoluzione che, dalla nascita all'invenzione del telefono, ha reso il mondo più piccolo. 

Abbiamo lasciato la comunicazione di Francesca nell'antica Roma; con qualche variazione dovuta allo stato delle strade e alle condizioni del mare, il modo di comunicare fino agli inizi dell'Ottocento rimane quello. Un messo, a piedi, a cavallo, in nave, prende fisicamente il messaggio e lo porta al destinatario. La comunicazione in questo modo è molto lenta: le notizie arrivavano sui giornali dopo settimane, se non dopo mesi. Erano stati studiati mezzi per facilitare le comunicazioni ufficiali, come i telegrafi ottici in uso in Francia, ma per le persone comuni avere notizie di un caro lontano era spesso quasi impossibile. 

Se state pensando alla posta, era carissima ed il francobollo fu salutato come un'invenzione geniale al suo apparire grazie a Rowland Hill nel 1840. 
Fu grazie ad un pittore di nome Samuel Finley Breese Morse che la comunicazione cambiò definitivamente: dove tanti avevano fallito, lui riuscì, assieme ad Alfred Veil, a creare un sistema di comunicazione a distanza elettrico di semplice uso ed installazione. Dopo il successo della prima linea telegrafica sperimentale tra Washington e Baltimora (1843), il telegrafo si diffuse in tutto il mondo, grazie anche ad opere di ingegneria oceanica che unirono tutti i continenti via cavo telegrafico. Sì, ma Francesca dov'è?



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