lunedì 20 febbraio 2012

Francesca e i telefoni bianchi

Se Francesca fosse nata un po'prima, in quale Italia si sarebbe trovata? 

In Italia il telefono arrivò nel 1881. Fino alla riorganizzazione del 1925 la gestione dei servizi era totalmente privata e la nazione era divisa in 5 zone, con altrettanti concessionari; solo le interurbane e le internazionali erano gestite dallo Stato. Il servizio era efficiente, ma solo un italiano su 300 aveva il telefono a disposizione: divenne ben presto un simbolo di modernità e progresso.

Quindi la nostra Francesca si sarebbe potuta trovare in un mondo in cui i telefoni erano solamente di due colori. 

I telefoni nelle case e negli uffici erano neri; al cinema, però, spesso erano bianchi. "Telefoni bianchi" divenne un sinonimo di lusso, di belle signore in vestaglia di seta che comunicavano con le amiche e gli spasimanti. Nacque un genere cinematografico, di commedie leggere, che ebbero un forte sviluppo dopo il 1936, quando per l'embargo susseguito alla proclamazione dell'Impero da parte di Benito Mussolini le pellicole americane non arrivavano più in Italia.


Assia Noris e Vittorio De Sica ne "I grandi magazzini", uno dei film più celebri del genere

Una curiosità: a quei tempi il genere aveva un altro nome "Commedie Ungheresi", come "Ungheresi" erano chiamati i romanzi leggeri (un po'gli Harmony del tempo) da cui si ricavavano molte sceneggiature. 
Nel 1940 si arrivò ad allacciare una linea telefonica ogni 100 abitanti. Nel Sud Italia questo traguardo fu raggiunto solamente nel 1953.

Francesca piccoloborghese avrebbe probabilmente apprezzato molto le commedie dei telefoni bianchi; ma avrebbe potuto avere un altro rapporto con l'apparecchio.... Un rapporto ormai dimenticato.

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