Mia ti prende alla gola. Inizia a stringere piano piano. Poi è la voce a non uscire più.
A Roberta è successo a quattordici anni. Camminava sulle Dolomiti e le gambe non hanno retto. Passa un mese, ed inizia a vedere doppio.
Lo stress, dicono. L'adolescenza, dicono.
Intanto la gola si fa sempre più stretta, e Roberta non deglutisce più. Arriva a pesare quaranta chili.
L'esaurimento nervoso, dicono. Una delusione d'amore, dicono.
Quando si bloccano i polmoni, bhé, non dicono più niente. Perché capiscono che è roba seria, e danno alla roba seria un nome.
Miastenia gravis. Per gli amici, Mia. Negli anni settanta è quasi una condanna a morte, la malattia è poco conosciuta e Roberta vive attaccata ad un respiratore. Sette anni.
#noncelapossofare
Poi un medico legge una rivista scientifica americana e propone una terapia con il cortisone. Roberta migliora, il respiratore inizia a non servire più. Diploma, patente, laurea in medicina. Eh già, perché Roberta ha deciso di diventare medico. Anzi, neurologo. A Pisa, dove da tutta Italia arrivano decine di persone in compagnia di Mia.
Roberta Ricciardi, sposata, un figlio, è la responsabile dell'Ambulatorio per la Diagnosi e la Terapia della Miastenia Grave presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - Ospedale Cisanello. Presto andrà in pensione ed il futuro dell'ambulatorio è incerto.
lunedì 8 settembre 2014
domenica 7 settembre 2014
Zzub e #noncelapossofare. Mai dire Steven
Lettrici e lettori, attenzione.
Per la prima volta questo blog ospiterà una pillola biografica di un uomo.
E non è il Radioamatore.
Vedete questo bel tomo qui?
Apolo Anon Ohno, uno dei principali atleti nello short track dei primi anni duemila (e con il vizietto delle gomitate e delle partenze false).
Non parliamo di lui, ma parliamo di short track, ed esattamente della finale dei 1000 metri delle olimpiadi di Salt Lake City, nel 2002. Ohno è il superfavorito e vince i suoi quarti di finale in scioltezza, seguito da Marc Gagnon, un altro dei papabili per l'oro. Gagnon viene però squalificato e passa il terzo, un atleta australiano, che nei 1500 metri era uscito al secondo turno: Steven Bradbury.
A scanso di equivoci, diciamolo subito: Bradbury era un buon atleta, con alle spalle un bronzo olimpico nel 1994 e tre medaglie ai mondiali nei 5000 metri. Ebbe però, nel 1994 e nel 2000, due incidenti gravissimi (nel primo ebbe l'arteria femorale recisa da un pattino, rischiò di morire dissanguato). La sua carriera aveva subìto un colpo d'arresto.
#noncelapossofare.
A Salt Lake City era pronto a fare una gara al massimo delle sue possibilità, ma non a grosse sorprese. Quindi la semifinale ottenuta per la squalifica di Gagnon era già un bel risultato.
Ma.
In semifinale un groviglio incredibile fa cadere gli avversari e Bradbury passa alla finale A, quella delle medaglie.
E qui entrano in gioco Ohno (vi ricordo, il superfavorito) ed il suo vizietto. Bradbury è ultimo quando cadono gli altri quattro atleti (Ohno si porta dietro un canadese ed uno dei tanti coreani che adora abbattere); pista libera ed oro olimpico.
Oltre che per un'esilarante cronaca della Gialappa's e per il fatto di essere il primo atleta dell'emisfero australe a vincere un oro olimpico, Bradbury va ricordato per la sua frase contro il #noncelapossofare.
"Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L'ho vinta dopo un decennio di calvario"
Per la prima volta questo blog ospiterà una pillola biografica di un uomo.
E non è il Radioamatore.
Vedete questo bel tomo qui?
Apolo Anon Ohno, uno dei principali atleti nello short track dei primi anni duemila (e con il vizietto delle gomitate e delle partenze false).
Non parliamo di lui, ma parliamo di short track, ed esattamente della finale dei 1000 metri delle olimpiadi di Salt Lake City, nel 2002. Ohno è il superfavorito e vince i suoi quarti di finale in scioltezza, seguito da Marc Gagnon, un altro dei papabili per l'oro. Gagnon viene però squalificato e passa il terzo, un atleta australiano, che nei 1500 metri era uscito al secondo turno: Steven Bradbury.
A scanso di equivoci, diciamolo subito: Bradbury era un buon atleta, con alle spalle un bronzo olimpico nel 1994 e tre medaglie ai mondiali nei 5000 metri. Ebbe però, nel 1994 e nel 2000, due incidenti gravissimi (nel primo ebbe l'arteria femorale recisa da un pattino, rischiò di morire dissanguato). La sua carriera aveva subìto un colpo d'arresto.
#noncelapossofare.
A Salt Lake City era pronto a fare una gara al massimo delle sue possibilità, ma non a grosse sorprese. Quindi la semifinale ottenuta per la squalifica di Gagnon era già un bel risultato.
Ma.
In semifinale un groviglio incredibile fa cadere gli avversari e Bradbury passa alla finale A, quella delle medaglie.
E qui entrano in gioco Ohno (vi ricordo, il superfavorito) ed il suo vizietto. Bradbury è ultimo quando cadono gli altri quattro atleti (Ohno si porta dietro un canadese ed uno dei tanti coreani che adora abbattere); pista libera ed oro olimpico.
Oltre che per un'esilarante cronaca della Gialappa's e per il fatto di essere il primo atleta dell'emisfero australe a vincere un oro olimpico, Bradbury va ricordato per la sua frase contro il #noncelapossofare.
"Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L'ho vinta dopo un decennio di calvario"
ZZUB e #noncelapossofare. Deborah e la neve
Io l'urlo me lo ricordo. Sentito in diretta. Sovrastava le voci dei telecronisti.
19 febbraio 1992, Olimpiadi di Albertville. Aveva vinto il superG il giorno prima, con una gara ineccepibile ed un distacco incredibile su Carole Merle, la favorita di casa.
Prima manche del Gigante, 17 secondi. E l'urlo. Partiti i legamenti. Un altro incidente, come quello che quattro anni prima le aveva quasi stroncato la carriera, seguito da un blocco intestinale che l'aveva quasi stroncata, punto e basta.
#noncelapossofare
Ha urlato, Deborah Compagnoni. Ha urlato e si è rialzata. L'anno dopo era di nuovo in pista, quella da sci, ovviamente. Quinta nel superG ai mondiali di Morioka.
Poi non l'hanno più fermata.
Dal 1994 al 1998 ha vinto tutte le medaglie d'oro, olimpiche e mondiali, nello slalom gigante. Record su record. Si ritira, da campionessa, nel 1999, a soli ventinove anni. Appare ancora come testimonial ed ha tre figli.
19 febbraio 1992, Olimpiadi di Albertville. Aveva vinto il superG il giorno prima, con una gara ineccepibile ed un distacco incredibile su Carole Merle, la favorita di casa.
Prima manche del Gigante, 17 secondi. E l'urlo. Partiti i legamenti. Un altro incidente, come quello che quattro anni prima le aveva quasi stroncato la carriera, seguito da un blocco intestinale che l'aveva quasi stroncata, punto e basta.
#noncelapossofare
Ha urlato, Deborah Compagnoni. Ha urlato e si è rialzata. L'anno dopo era di nuovo in pista, quella da sci, ovviamente. Quinta nel superG ai mondiali di Morioka.
Poi non l'hanno più fermata.
Dal 1994 al 1998 ha vinto tutte le medaglie d'oro, olimpiche e mondiali, nello slalom gigante. Record su record. Si ritira, da campionessa, nel 1999, a soli ventinove anni. Appare ancora come testimonial ed ha tre figli.
ZZUB e #noncelapossofare. La campagna
Settembre, si ricomincia: siamo pronti oppure non ce
la possiamo fare proprio? Il rientro a lavoro, la sveglia che
suona, la casa, l’asilo, la scuola, la spesa, la banca, la posta, la
pasta … la risposta è #noncelapossofare!
ZZUB non può lasciarci soli in un momento traumatico e delicato come questo e ha deciso di accorrere in nostro aiuto. Prendiamo insieme con ironia il rientro al tran tran quotidiano da cui eravamo -solo temporaneamente – evasi e diamo libero sfogo a tutto quello che al solo pensiero proprio #noncelapossofare!
Racconteremo ovunque sui social network con parole, immagini e suoni tutto quello che non ce la possiamo fare a ricominciare : su Facebook, su Twitter, Instagram, Pinterest, blog. etc... sempre utilizzando le parole d’ordine #noncelapossofare #zzub.
Ci divertiremo insieme e ci sentiremo meno soli al pensiero che come noi tanti altri stanno soffrendo il rientro dalla pausa estiva…
Inviando tramite i report i link dei post con #noncelapossofare #zzub.
A fine campagna il team ZZUB premierà i 10 zzubber che avranno ricevuto il punteggio più alto con un buono amazon da 100 euro.
ZZUB non può lasciarci soli in un momento traumatico e delicato come questo e ha deciso di accorrere in nostro aiuto. Prendiamo insieme con ironia il rientro al tran tran quotidiano da cui eravamo -solo temporaneamente – evasi e diamo libero sfogo a tutto quello che al solo pensiero proprio #noncelapossofare!
Racconteremo ovunque sui social network con parole, immagini e suoni tutto quello che non ce la possiamo fare a ricominciare : su Facebook, su Twitter, Instagram, Pinterest, blog. etc... sempre utilizzando le parole d’ordine #noncelapossofare #zzub.
Ci divertiremo insieme e ci sentiremo meno soli al pensiero che come noi tanti altri stanno soffrendo il rientro dalla pausa estiva…
Inviando tramite i report i link dei post con #noncelapossofare #zzub.
A fine campagna il team ZZUB premierà i 10 zzubber che avranno ricevuto il punteggio più alto con un buono amazon da 100 euro.
sabato 6 settembre 2014
ZZUB e #noncelapossofare. I libri di testo
Circa un mese e mezzo fa avevo segnalato sul blog serio una serie di iniziative interessanti del tipo "Spendi e riprendi".
Meritoria era quella della Ferrero in cui si vincevano dei buoni libro spendibili per testi scolastici: con una pre adolescente ed una teen ager tra i parenti, mi ci sono fiondata a pesce.
A parte il povero Radioamatore che doveva bere ettolitri di Estathé (e per fortuna che gli piace), la faccenda stava andando liscia fino alla pubblicazione delle liste dei libri.
Pubblicati i libri, divisi i buoni per gli account, mi metto al lavoro e... La carta prepagata, di cui avevo chiesto il rinnovo, era scaduta e la nuova non era arrivata. Cioé, il nuovo pin era arrivato da un mesetto, ma la carta "fisica" veleggiava nell'Iperuranio.
Panico.
#noncelapossofare.
Io senza carta prepagata non respiro, utilizzo talmente tanto gli acquisti on line che ormai è diventata un'appendice della mia mano destra.
Avevo anche finito i buoni Amazon! Una tragedia di dimensioni bibliche.
Corsa verso l'istituto bancario più vicino, acquisto di una nuova prepagata, cambio credenziali di pagamento e vai!
Millimetrico piano acquisti (io prendo questi, il Radiomatore Italiano, tu Tecnica, Inglese lo molliamo al cugino) e missione compiuta in 30 minuti, evitando code e "Mi dispiace, non è disponibile, passi tra due giorni/una settimana/in un'altra era geologica". Libri scolastici a domcilio.
Tutta tranzolla mi burlo con i parenti per il risultato acquisito quando nella posta noto una strana lettera rigonfia.
Dopo due mesi dalla richiesta, la nuovissima carta prepagata, quella che aspettavo per ordinare, aveva deciso di manifestarsi in tutto il suo splendore.
Quindi era proprio vero.
#noncelapossofare.
Meritoria era quella della Ferrero in cui si vincevano dei buoni libro spendibili per testi scolastici: con una pre adolescente ed una teen ager tra i parenti, mi ci sono fiondata a pesce.
A parte il povero Radioamatore che doveva bere ettolitri di Estathé (e per fortuna che gli piace), la faccenda stava andando liscia fino alla pubblicazione delle liste dei libri.
Pubblicati i libri, divisi i buoni per gli account, mi metto al lavoro e... La carta prepagata, di cui avevo chiesto il rinnovo, era scaduta e la nuova non era arrivata. Cioé, il nuovo pin era arrivato da un mesetto, ma la carta "fisica" veleggiava nell'Iperuranio.
Panico.
#noncelapossofare.
Io senza carta prepagata non respiro, utilizzo talmente tanto gli acquisti on line che ormai è diventata un'appendice della mia mano destra.
Avevo anche finito i buoni Amazon! Una tragedia di dimensioni bibliche.
Corsa verso l'istituto bancario più vicino, acquisto di una nuova prepagata, cambio credenziali di pagamento e vai!
Millimetrico piano acquisti (io prendo questi, il Radiomatore Italiano, tu Tecnica, Inglese lo molliamo al cugino) e missione compiuta in 30 minuti, evitando code e "Mi dispiace, non è disponibile, passi tra due giorni/una settimana/in un'altra era geologica". Libri scolastici a domcilio.
Tutta tranzolla mi burlo con i parenti per il risultato acquisito quando nella posta noto una strana lettera rigonfia.
Dopo due mesi dalla richiesta, la nuovissima carta prepagata, quella che aspettavo per ordinare, aveva deciso di manifestarsi in tutto il suo splendore.
Quindi era proprio vero.
#noncelapossofare.
venerdì 5 settembre 2014
ZZUB e #noncelapossofare. Wilma a Roma
43 gradi. Hai venti anni ed una figlia di due.
11 secondi. Un passo dopo l'altro, con quel piede sinistro che fino ad otto anni prima era chiuso in un tutore.
23 secondi e due decimi (batteria). I ventuno tra fratelli e sorelle.
24 secondi (finale). L'ospedale per neri ad ottanta chilometri da casa ed i tuo genitori che due volte a settimana affrontavano il viaggio.
44 secondi e cinque decimi. Pesavi due chili quando sei nata.
Tanti hanno ceduto al #noncelapossofare. Tu no.
Wilma Glodean Rudolph, nata il 23 giugno del 1940 da una povera famiglia nera del Tennessee era la ventesima di ventidue fratelli. Fu notata a dodici anni da un allenatore di atletica mentre seguiva le orme della sorella maggiore su un campo di basket. Aveva appena rimosso il tutore che sosteneva la gamba sinistra, paralizzata dalla polio.
Si ritirerà dall'atletica a soli ventidue anni; morirà a cinquantaquattro, per un cancro al cervello.
E'stata la prima atleta statunitense a vincere tre medaglie d'oro nell'atletica in una sola edizione dei giochi olimpici, quelli di Roma nel 1960. Negli USA, ricordano ancora il soprannome datole durante i giochi dai giornalisti italiani: la Gazzella nera.
11 secondi. Un passo dopo l'altro, con quel piede sinistro che fino ad otto anni prima era chiuso in un tutore.
23 secondi e due decimi (batteria). I ventuno tra fratelli e sorelle.
24 secondi (finale). L'ospedale per neri ad ottanta chilometri da casa ed i tuo genitori che due volte a settimana affrontavano il viaggio.
44 secondi e cinque decimi. Pesavi due chili quando sei nata.
Tanti hanno ceduto al #noncelapossofare. Tu no.
Wilma Glodean Rudolph, nata il 23 giugno del 1940 da una povera famiglia nera del Tennessee era la ventesima di ventidue fratelli. Fu notata a dodici anni da un allenatore di atletica mentre seguiva le orme della sorella maggiore su un campo di basket. Aveva appena rimosso il tutore che sosteneva la gamba sinistra, paralizzata dalla polio.
Si ritirerà dall'atletica a soli ventidue anni; morirà a cinquantaquattro, per un cancro al cervello.
E'stata la prima atleta statunitense a vincere tre medaglie d'oro nell'atletica in una sola edizione dei giochi olimpici, quelli di Roma nel 1960. Negli USA, ricordano ancora il soprannome datole durante i giochi dai giornalisti italiani: la Gazzella nera.
giovedì 4 settembre 2014
#noncelapossofare. O forse sì?
Settembre, andiamo, è tempo di migrare.
No, niente transumanza.
Wake Me Up When September Ends.
No, troppe cose da fare.
Seduto in un caffè
Io non pensavo a te.
Mancano ancora troppi giorni al 29 settembre e figurati se posso scordarmi di qualche persona.
Sgoccioli di vacanze, e impegni continui, anche durante le ferie. Burocrazia, concorsi, libri, studio, vita da vivere. E sempre quella strana, continua sensazione: #noncelapossofare.
Invece sì, ce la possiamo fare.
Nuova campagna ZZUB dedicata al rientro: #noncelapossofare, per tutti quelli che lottano per farcela, nelle piccole e grandi cose. Seguirete l'Economa nelle sue mirabili avventure e tanti personaggi storici che hanno deciso che "Ce la potevano farcela".
No, niente transumanza.
Wake Me Up When September Ends.
No, troppe cose da fare.
Seduto in un caffè
Io non pensavo a te.
Mancano ancora troppi giorni al 29 settembre e figurati se posso scordarmi di qualche persona.
Sgoccioli di vacanze, e impegni continui, anche durante le ferie. Burocrazia, concorsi, libri, studio, vita da vivere. E sempre quella strana, continua sensazione: #noncelapossofare.
Invece sì, ce la possiamo fare.
Nuova campagna ZZUB dedicata al rientro: #noncelapossofare, per tutti quelli che lottano per farcela, nelle piccole e grandi cose. Seguirete l'Economa nelle sue mirabili avventure e tanti personaggi storici che hanno deciso che "Ce la potevano farcela".
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