Io l'urlo me lo ricordo. Sentito in diretta. Sovrastava le voci dei telecronisti.
19 febbraio 1992, Olimpiadi di Albertville. Aveva vinto il superG il giorno prima, con una gara ineccepibile ed un distacco incredibile su Carole Merle, la favorita di casa.
Prima manche del Gigante, 17 secondi. E l'urlo. Partiti i legamenti. Un altro incidente, come quello che quattro anni prima le aveva quasi stroncato la carriera, seguito da un blocco intestinale che l'aveva quasi stroncata, punto e basta.
#noncelapossofare
Ha urlato, Deborah Compagnoni. Ha urlato e si è rialzata. L'anno dopo era di nuovo in pista, quella da sci, ovviamente. Quinta nel superG ai mondiali di Morioka.
Poi non l'hanno più fermata.
Dal 1994 al 1998 ha vinto tutte le medaglie d'oro, olimpiche e mondiali, nello slalom gigante. Record su record. Si ritira, da campionessa, nel 1999, a soli ventinove anni. Appare ancora come testimonial ed ha tre figli.
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